Durata delle batterie per auto elettriche: come aumentarla

Durata delle batterie per auto elettriche: come aumentarla

Il tempo fugge veloce, anche quando parliamo di mobilità sostenibile e durata delle batterie delle auto elettriche. Tutto, dal nostro punto di vista, dovrebbe durare il più possibile.
Con la crisi climatica e la necessità di organizzare un nuovo modo di spostarsi rispettoso dell’ambiente, i veicoli elettrici dovrebbero garantire una lunghissima funzionalità delle batterie agli ioni di litio che montano.

Ma fino a che punto possiamo contarci?
Qual è la durata di vita massima di questo prodotto strategico nella progressiva riduzione delle emissioni? Ecco la prima domanda cui cerchiamo di rispondere in questo articolo.

Poi spieghiamo che cosa fare per prolungare l’efficienza delle batterie e che cosa succede a quelle che ormai in macchina non van più bene.


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Quali fattori influenzano la durata delle batterie per auto elettriche

Ci sono diversi fattori che influiscono sulla durata di vita delle batterie delle automobili elettriche. Primo tra tutti, è il numero dei cicli di ricarica.
Anche le caratteristiche del ciclo costituito dal ricaricarsi e dallo scaricarsi dell’accumulatore sono determinanti nel prefigurare quanto tempo potrà funzionare senza impedimenti.
Un altro aspetto da considerare sono le prestazioni che caratterizzano il tipo di batteria installato su un veicolo.

Perché le prestazioni della batteria calano dopo molti cicli di carica

Le reazioni chimiche che avvengono all’interno di una batteria agli ioni di litio per auto sono reversibili: proprio grazie alla loro reversibilità è possibile caricare la batteria e poi scaricarla con l’uso del veicolo elettrico. Ma durante ogni ciclo di carica e scarica avvengono piccole trasformazioni delle celle costituite da anodo, catodo, elettrolita e un sale con ioni di litio.

Con il passare del tempo e l’aumento del numero di cicli di carica e scarica, gli elettrodi tendono a modificarsi, avvicinandosi uno all’altro. Così, si riduce il volume dove avvengono le reazioni che accumulano energia chimica o ottengono energia elettrica, la corrente disponibile diminuisce, la batteria si scarica velocemente.

Quanto dura la vita delle batterie dei modelli Tesla

Facciamo ora un esempio concreto di quanto può durare il pacco batterie nei modelli di auto elettrica di una delle case di produzione più blasonate: Tesla. La Tesla Model S base ha una capacità della batteria di 60 kWh per cui viene indicata una durata di otto anni con chilometraggio di 200.000 km.
Secondo le dichiarazioni di Elon Musk, i suoi veicoli elettrici attuali con capacità della batteria di 75 kWh, Tesla Model Y e Tesla Model 3, mantengono il 90% dell’efficienza oltre i 300.000 km.

Quanti cicli di ricarica può fare la batteria di un’auto

La durata di vita delle batterie delle vetture elettriche ha a che fare con il numero di cicli di carica e scarica. Infatti, abbiamo visto che l’efficienza degli accumulatori non resta inalterata nel tempo.

Si stima che le batterie agli ioni di litio delle automobili elettriche possano essere sottoposte a 1.000 – 1.500 cicli di carica e scarica. Quindi, considerando che per ogni ricarica, un veicolo può percorrere tra i 300 e i 400 km, il pacco batterie rimane sufficientemente efficiente fino a una percorrenza di 450.000 o 500.000 km.
L’efficienza della batteria declina di circa il 20 – 30% dopo otto o dieci anni dalla produzione della vettura.

Come prolungare la vita delle batterie per auto elettriche

Che le batterie prima o poi ci facciano ciao ciao con gli elettrodini è inevitabile, ma con un po’ di strategia possiamo ritardare l’addio. Per rimandare il più possibile l’inevitabile the end, il primo accorgimento da adottare è preferire la ricarica lenta fatta con la wallbox di casa.

Infatti, sebbene le ricariche veloci delle stazioni apposite siano comode, hanno due importanti svantaggi:

  • sono più costose;
  • usurano di più le batterie.

Dunque, chi ricarica piano, ha l’accumulatore che va sano e lontano.

Lo stile di guida

Un altro aspetto importante per frapporre tanto tempo tra noi e la fine delle batterie agli ioni di litio è lo stile di guida.

Se guidiamo a sprizzi e sprazzi di frenate brusche e impazienti accelerazioni, accorciamo la vita delle batterie. Al contrario, se adottiamo una guida fluida senza scatti, repentine variazioni di velocità e innumerevoli cambi di marcia, contribuiamo al mantenimento di una buona efficienza delle batterie.

Durante le frenate l’energia viene recuperata, se la manovra è effettuata nei modi e nei tempi normali di una guida tranquilla. Se, invece, le frenate sono brusche, l’energia finisce in gran parte dispersa sotto forma di calore immesso nell’ambiente dalle ganasce del sistema frenante.

Mai sotto il 20%, mai sopra l’80

Un altro espediente per garantirsi una buona durata di vita delle batterie dell’auto è non far scendere mai il livello di carica sotto il 20% né farlo salire oltre l’80%.
C’è naturalmente un’eccezione a questo modo di comportarsi con gli accumulatori di una vettura elettrica: se la ricarica viene effettuata in vista di un lungo viaggio, va benissimo caricare le batterie al 100% per avere la massima autonomia.

Che cosa succede alle batterie non più utilizzabili nelle auto elettriche

Che fine fanno le batterie che in macchina non garantiscono più l’efficienza minima per una mobilità funzionale?

Questo è un bel tema, dove “bel” sta per territorio vasto, multiforme e non facile da affrontare.
Da una parte, le batterie dismesse rientrano nell’ambito del riciclo nell’automotive, dall’altro, danno possibilità di riuso che alcune aziende stanno già perseguendo. Nel caso delle batterie, il riciclo ha l’obiettivo di recuperare materie prime per ottenere nuovi prodotti.

Ma il recupero delle materie prime e la loro reimmissione nel mercato copre i costi delle procedure di riciclo?
Quali sono le quantità effettivamente recuperabili e qual è il loro valore?

Per il momento non c’è una risposta definitiva a queste domande.

Le batterie dell’automotive hanno una seconda vita, sedentaria

La via percorsa oggi è quella del riuso delle batterie dismesse: si dà loro, quindi, una “seconda vita”. Gli accumulatori non più efficienti nelle auto possono essere utilizzati per immagazzinare energia solare destinata a impianti privati oppure a impianti di accumulo collegati ad altre batterie.

Le batterie dismesse possono anche essere sfruttate nuovamente nelle stazioni di ricarica per compensare possibili picchi di corrente. L’uso statico di questi dispositivi fa sì che recuperino in parte la loro efficienza: non più sollecitate meccanicamente, le batterie hanno una seconda vita che può durare anche dieci anni.


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