Il futuro della mobilita: come ci muoveremo nei prossimi anni?
La mobilità è un settore in accelerata evoluzione. Cosa ci riserva il futuro? L’elettrico, certo.
Ma cosa significa in concreto? Cosa dobbiamo aspettarci come consumatori e come cittadini? A questa complessa domanda si è tentato di rispondere in un interessante convegno organizzato da Il Foglio Mobilità in collaborazione con Automobile Club Milano.*
Auto elettriche: migliorare le infrastrutture per aumentarne la diffusione.
La diffusione dell’auto elettrica in Italia è molto bassa, e questo è risaputo. Una delle cause principali è unanimemente individuata nella carenza delle infrastrutture, che non garantisce indipendenza e quindi sicurezza al guidatore.
Un nodo fondamentale è il coordinamento delle stazioni di ricarica: ci sono diversi tratti autostradali italiani in cui non esiste nulla, alcuni invece sono ben serviti. Entro il 2025 l’Europa chiede di garantire una stazione di fast charge ogni 60 km su tutta la rete stradale e autostradale: il percorso è ancora lungo ma obbligato.
Semplificare e velocizzare le operazioni di ricarica.
Tempi e modalità di ricarica sono un altro ostacolo da rimuovere: Kia e Volvo, ad esempio, stanno lavorando sulla prontezza di utilizzo dell’auto. Il sistema plug & charge – la colonnina di ricarica riconoscerà l’auto senza bisogno di card specifiche – e la possibilità di pagare con il POS semplificheranno e velocizzeranno le operazioni.
Premiare la fiscalità, sul modello degli altri stati europei.
Guidare elettrico è una scelta e chi vuole farlo in Italia deve avere gli stessi vantaggi offerti dagli altri mercati europei. La transizione qui è in ritardo e affrontata in maniera discontinua, a partire dalla fiscalità delle auto, che non è premiata a differenza di quanto accade in Belgio, Francia o Germania.
Contenere i costi, considerati ancora troppo elevati.
Volvo va incontro a questa richiesta producendo l’auto elettrica più piccola che esista, il SUV EX30, sul mercato da novembre. Conseguentemente anche i costi sono ridotti, e il modello sta comprensibilmente riscuotendo molto interesse.
Sempre sul tema, Michele Crisci, presidente di Volvo Car Italia, prevede che entro il 2025 ci sarà la discesa sotto la soglia degli 80 $ per kW nella creazione delle batterie, e che questo porterà un maggiore equilibrio nei costi di produzione di auto elettriche ed endotermiche.
L’elettrico è anche un problema culturale, ma il cliente italiano è pronto.
Sicuramente una parte del problema è culturale. Come italiani siamo sempre stati costruttori di auto importanti, potenti, prestigiose. Per contro, i paesi del Nord Europa hanno sempre puntato molto sull’ambiente, anche come risorsa. Mettendo insieme questi due elementi, non è difficile capire il diverso accoglimento del tema nelle due aree.
Full hybrid e plug-in hybrid sono stati molto apprezzati, anche perché offrono una grandissima piacevolezza di guida: nell’ultimo mese l’ibrido ha superato le altre motorizzazioni. Sono considerati un primo passo di allontanamento dall’endotermico: questo ci dice che il cliente italiano è pronto per una mobilità differente.
Ora occorre un cambio di paradigma, per affrontare la transizione come una grande opportunità.
“Credo che non ci debbano essere i partiti dell’elettrico, quelli del termico, quelli dell’idrogeno, ma una generale tendenza verso ciò che importa davvero, e cioè avere una mobilità nuova, moderna e non impattante sull’ambiente in cui viviamo. Come italiani non possiamo sempre pensare di essere diversi dagli altri, altrimenti troveremo in ogni momento una scusa per non progredire verso una transizione che è anche una grandissima opportunità di lavoro e di ricchezza.” afferma Michele Crisci. “L’Italia è forte nella componentistica del motore tradizionale e ora questo settore deve essere sostenuto per convertirsi al servizio della nuova produzione. Non farlo significa mettere a rischio posti di lavoro e perdere questa grande opportunità.”
L’auto andrà ripensata, nell’uso e nella proprietà.
L’auto dovrà essere ripensata, nell’utilizzo, che dovrà essere maggiormente pianificato, e nel concetto di proprietà, che andrà necessariamente a scemare. Il noleggio a lungo termine da parte del cliente privato già oggi è in crescita: 10 anni fa noleggiava il 10% circa, oggi oltre il 20%. Il noleggio è visto come un “canale rifugio”, comodo perché comporta meno responsabilità e rischi in una situazione di evidente cambiamento.
Nelle grandi città solo l’adozione del modello di car sharing potrà portare alla diminuzione del traffico garantendo un servizio efficiente. Già oggi sono attivi progetti pilota di car sharing di quartiere – ad esempio, Elec3city di Volvo a Milano Porta Nuova.
La città del futuro: scenari possibili.
Un’ipotesi è che il pay-per-use si imponga con la diffusione di abbonamenti per l’uso di auto elettriche iperconnesse, integrate con il servizio pubblico. Un altro scenario possibile è che le grandi metropoli adottino il car sharing di auto a guida autonoma. È un futuro più vicino di quel che non si creda: il problema risiede nell’infrastruttura, non nell’automotive.
Guida autonoma, un progresso controverso.
Ne parla durante il convegno il prof. Savaresi, ordinario di elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano, lanciando una piccola provocazione. “Accettiamo migliaia di morti l’anno per distrazione o stupidità, quando la guida autonoma può portare a fatalità zero (o quasi). Tra il modello attuale e quello a guida autonoma occorre necessariamente un periodo di transizione, che comporta sperimentare e accettare che qualche incidente può capitare. Il mondo occidentale non accetta l’errore della tecnologia, non ammette che per il bene di tutti si possa contemplare l’incidente del singolo. Questo rallenta lo sviluppo della tecnologia, soprattutto rispetto ad altre realtà, come la Cina ad esempio, che stanno avanzando in maniera più veloce.”
Nuovi modelli di mobilità e guida autonoma.
La guida autonoma, nata 20 anni fa con l’idea di portare il traffico a zero-incidenti, ad oggi è vissuta ancora come una sorta di gadget, ma si intuisce che possa diventare la tecnologia chiave per la mobilità del futuro.
Non è pensabile, ad esempio, di applicare il modello del car sharing a numeri di massa, come quelli attuali. Ecco allora che l’auto autonoma potrà avere un ruolo fondamentale: la tecnologia condurrà l’auto nelle zone in cui davvero serve, trasformando la guida autonoma in un tassello fondamentale, abilitatore di un modello davvero nuovo di mobilità.
Le incongruenze di un modello ormai obsoleto.
Il modello attuale è obsoleto e oggi mostra tutte le sue incongruenze.
Una delle più evidenti: oggi c’è una penetrazione di auto del 70% mentre i chilometri medi all’anno sono scesi a 8.000 a persona. Ci sono dunque molte auto, usate molto poco: questa è un’enorme fonte di insostenibilità. Il cambio di modello dovrà necessariamente portare alla presenza di poche auto pregiate ma molto usate.
Un altro paradosso è che oggi l’auto privata è pensata come un mix di funzione e piacere, ma i dati ci dicono che solo il 5-10% degli utenti guida l’auto privilegiando l’aspetto emozionale. Il futuro sarà divergente, con una maggioranza riconosciuta che si preoccupa esclusivamente dell’aspetto funzionale.
*Il presente contributo è un resoconto parziale di alcuni interventi del convegno:
IL FUTURO DELLA MOBILITÀ
Come ci muoveremo nei prossimi anni?
29 Settembre 2023 dalle 9.30 alle 13.30
Sede AC Milano – Corso Venezia 43
organizzato da Il Foglio Mobilità in collaborazione con AC Milano
- Umberto Zapelloni, curatore de Il Foglio Mobilità
- Mario Almondo, responsabile performance division di Brembo SPA
- Giuseppe Mazzara, customer experience and CRM manager di KIA Italia
- Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Car Italia
- Carlotta Gallo, dirigente polizia stradale
- Mario Isola, responsabile di Pirelli Motorsport
- Geronimo La Russa, presidente AC Milano
- Marco Saltamacchia, executive vice president and CEO di Koelliker Group spa
- Sergio Savaresi, professore ordinario del dipartimento di elettronica informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano.
Fleet Management è stato tra i main sponsor dell’evento.
La registrazione dell’incontro è visibile su Youtube